ARTE CONTEMPORANEO

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V I R G I L I O

 

PREZZI

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

dipinti con Copyright. l'Uso commerciale e prohibito.

Conversation face à la mer H s Toile 65x46cm

La Solitude H s Toile, 100x81cm

 

Chaises longues H s Toile, 65x50 cm

 

 

L'arbre barbelés H s Toile, 73x60cm


 

Le figuier H sToile 50x40cm

L'arbre jaune H sToile, 100x81cm

 

 

 

L'arbre rouge H sToile, 100x81cm

Le petit Miterrand H sToile 55x38cm

 

 

Le grand arbre H s Toile, 130x97cm

 

L'envolée H sToile 50x65cm

 

 

 

L'enfant à la balle H sToile, 50x70cm

 

 

 


Arbre vole Tempera 1988, 55x46cm

 

Les indifférents 2 H s Toile 61x54 cm

 

 

La tempête H s Toile, 50x70cm

 

 

L'annonciation H s Toile, 92x73cm

 


Positano H sur toile 65x54cm

 

L'usine de Bobigny, H s Toile, 55x46cm

 

 

 

Petit Positano, H s Toile 59x43 cm

 

 

Leçon de rhétorique H s Toile 50x70cm

 

 

Les trinités, H sur toile 1970, 30x40cm

 

La pomme de pin, H s toile 30x50cm

Bouquet lys jaunes, H s Toile, 50x70cm

L'évasion H s Toile, 46x38cm

Les roses jaunes sur fond rouge H s Toile, 50x70cm

 

Les anémones H s Toile 55x46cm

Hommage à Magritte H s Toile 81x54 cm

 

La feuille de chou, H s Toile 100x81cm

 

 

PREZZI


Le Scenografie.


Virgilio ha realizzato molte scenografie teatrali in Italia, in particolare a Bologna, dove ha collaborato per la messa in scena dei drammi di L. Leonesi e L. Machiavelli. In Francia ha lavorato per il teatro di Neuilly nel 1985 disegnando le scene ei costumi per "L'avaro" di Moliere.
Con la sua opera ha cercato di rendere la panoramica storica, sociale e psicologica della commedia, dando alla scena l'aspetto di un appartamento borghese, in un quartiere rappresentativo, com'era il Marais, ai tempi di Molière. I medaglioni, l'abaco, i blasoni hanno riempito lo spazio scenico in ogni sua parte come in una sorta di parodia del decoro e della rispettabilità mentre la balaustrata ha creato una sorta di chiaroscuro barocco evidenziando le differenze fra le classi sociali rappresentate dai personaggi della commedia. Un albero magico dietro il cancello del giardino rappresentava il tesoro di Arpagon, mentre per contrasto, una "scultura" realizzata con sedie rotte, mostrava la sua aridità emotiva. Il disegno dei costumi si basa su una ricerca iconografica dell'epoca. Tuttavia, sono state evitate trecce e dorature, in modo che l'attenzione dello spettatore sia focalizzata sull'attore. Poiché il "realismo teatrale" può guidarci nella scoperta e nell'apprezzamento della poesia, si è fatto ricorso alle tabelle delle tonalità cromatiche di La Tour e Guido Reni.

 

 

 

 

 

 


Affreschi e decorazioni


L'artista ha compiuto numerose decorazioni negli anni dal 1970 al 1973 fra cui un affresco di 25 metri quadri per il Centro culturale di Bobigny. Ha ottenuto numerose commissioni ufficiali a Parigi. I suoi affreschi adornano le pareti di diverse scuole. Il primo è stato eseguito nel 1985 per una scuola dell'undicesimo distretto. L'anno successivo, Virgilio ha realizzato un olio su tela, di metri 3,50 x 2 per la città di Parigi. Nel 1987 ha decorato una camera nel Collegio in rue Yvonne Le Tac, nel 18° distretto parigino. Nel 1989 ha realizzato opere per l'asilo e la scuola elementare Flocon in rue Ferdinand.

 

Ha dipinto nel 1989 un grande murale, di metri 53 x 2,5 per la piscina di una villa di Ginevra.

 

L'affresco di Lattes del 1993, è il più significativo. Si tratta di una tela dipinta a olio e marouflée su un muro convesso di metri 8 x 3 che adorna la sala matrimoni Lattes, a Herault. Il soggetto ricorda la storia della regione con la sua strada romana, i suoi monumenti, i suoi paesaggi e le sue attività marittime. Una coppia simboleggia l'umanità mentre la continuità della specie è rappresentata da un bambino che sta giocando con dei cubi, simbolo della conoscenza scientifica.

 

L’ultima realizzazione risale al biennio 1997-98: è il restauro degli affreschi e dei dipinti del XVI secolo nell'antico convento dei Cappuccini Romita, sede della scuola americana di pittura di Terni, in Umbria.

 

 


Dal Carnet d'atelier n°11, éditions Mémoire Vivante, Paris 2001.

( Edition épuisée. A consulter à la BNF, et à la bibliothèque Pompidou Paris).

"Arte, soldi e vanità"


Esaminiamo il budget necessario alle diverse attività artistiche.
Per quello di un compositore, c'è l'acquisto (o almeno l'affitto) di un pianoforte, di spartiti, della carta da musica; un ballerino necessita delle scarpette da ballo; un poeta, di una scrivania, una penna e dei fogli. Per chi si dedica alle arti plastiche, considerando tutto il mercato connesso alla fabbricazione e alla vendita di tele, pennelli, e colori, scopriamo un giro d'affari considerevole, senza poi tener conto dei libri d'arte, del numero incredibile di gallerie e dell'affitto di un atelier. Ci viene allora il sospetto che sia una forza misteriosa a spingere il mondo verso la pratica delle belle arti. La gran massa degli addetti ai lavori, lo stesso proliferare dei musei d’arte contemporanea sembrano incitare alla libertà di espressione. Quando però la natura del prodotto in questione risulta incomprensibile per chi dovrebbe fruirne mi domando quanto ci sia di buono in tutto ciò, soprattutto considerando che il guadagno dei protagonisti, vale a dire gli artisti, è il più delle volte inferiore al sussidio di disoccupazione. E tuttavia non importa che qualcuno si perda strada facendo, perché c'è sempre il vento della vanità a spingere nuovi fautori di un'arte che sia ancora più arte, come il bianco "ancora più bianco" dei detersivi...

 

"Una questione di estetica"

Uno dei miei allievi, nella realizzazione di una natura morta, aveva esagerato, da buon dilettante, la quantità di materia pittorica per la resa dei fiori. Avendogli fatto notare che l'effetto ottenuto era poco gradevole e anche un po' volgare, presi un foglio di carta bianca che avevo utilizzato come assorbente per togliere il colore in eccesso dalla tela. Alla fine dell'operazione, per puro caso, la composizione risultò miracolosamente equilibrata, tanto da suscitare l'ammirazione dei presenti. Malgrado ciò, dissi all'allievo di continuare il lavoro per arrivare a un risultato appropriato alla sua peculiare sensibilità. Le mie parole non suscitarono grande entusiasmo.
Quella stessa sera avevo invitato persone competenti d'arte. Per animare la conversazione e scoprire le loro opinioni al riguardo, esposi il problema. Si trattava di stabilire se l'arte aveva bisogno dell'intervento del caso. I presenti si divisero in due fazioni: c'era chi sosteneva che a contare è soltanto il prodotto finale e altri a ribattere che l’arte è il prodotto dell'intelligenza. Io condivido la seconda opinione. E nel caso specifico avevo fatto male a definire "opera" ciò che era stato ottenuto casualmente. E a non riportare ai sostenitori in buona fede della casualità che il termine usato per definire il risultato della carta assorbente sul colore era stato "geniale". Perché davvero questo termine non ha alcuna validità concettuale e su una parola simile non si può edificare una teoria estetica. A mio giudizio un'opera, che sia artistica o artigianale dev'essere frutto di consapevolezza e conoscenza. Altrimenti è meglio cambiare mestiere.